La Lega propone nuove regole per i giudici di immigrazione in seguito al caso di Iolanda Apostolico. Scopri le motivazioni.
La Lega, guidata da Matteo Salvini, ha recentemente proposto di rivedere le regole che riguardano i giudici specializzati in immigrazione e protezione internazionale. Questa mossa arriva in seguito agli scontri sul caso di Iolanda Apostolico, una giudice di Catania che ha dichiarato illegittimo il decreto Migranti del governo.
Il contesto del caso Apostolico
La controversia sul caso di Iolanda Apostolico porta la Lega a proporre cambiamenti nelle regole per i giudici di immigrazione. La giudice Iolanda Apostolico è diventata il centro dell’attenzione dopo aver ritenuto illegittimo il decreto Migranti. La sua decisione ha suscitato reazioni contrastanti, con la Lega che l’ha attaccata duramente, accusandola di essere ‘politicizzata’. Tuttavia, non è l’unico caso in cui un giudice ha disapplicato i decreti del governo Meloni.
Le proposte della Lega
La Lega ha proposto di modificare la composizione e le prerogative delle sezioni dei tribunali che si occupano di immigrazione. L’idea è di affidare le decisioni in materia a corti diverse, come i Tar o i giudici di pace, per garantire “maggiore celerità” e “piena terzietà” delle sentenze. Questo, secondo la Lega, impedirebbe ai giudici ‘politicizzati’ di decidere su questioni cruciali come l’accoglienza e il trattenimento nei Cpr.
Mentre la Lega insiste sul tema, gli alleati sembrano meno inclini a sostenere l’iniziativa. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha ribadito di non voler cercare uno scontro diretto con i magistrati. Inoltre, c’è preoccupazione che una tale riforma possa sembrare vendicativa, soprattutto in un momento in cui i rapporti tra il governo e la magistratura sono tesi.
Il dibattito sul ruolo dei giudici nell’immigrazione è complesso e politicamente carico. Mentre la Lega cerca di apportare cambiamenti, è essenziale garantire che le decisioni siano prese nell’interesse della giustizia e non per motivi politici.